en-Mostra: Illazioni/Devianze di Giuliano Collina
3 maggio - 2 giugno 2019
«... Como è stata
all'avanguardia del mondo, in architettura almeno, se vogliamo limitare il
settore del mondo all'architettura mondiale, dal secolo X al secolo XX. Ossia
per un millennio Como è stata dominante assoluta di tutta l'architettura...»
così si esprimeva Franco Ciliberti all'inizio degli anni '40.
E veramente questa città di provincia, che per un millennio seppe essere tutt'altro che "provinciale" (e non solo in architettura), ha testimoniato in ogni angolo d'Europa, si potrebbe dire, l'abilità dei suoi figli nell'arte di costruire, cioè nell'architettura.
Verrebbe quasi da dire che nel corso dei secoli i magistri costruttori abbiano cambiato l'etimo e da commacini quali erano nel VII secolo si siano fatti più semplicemente comacini. Così gli Artisti dei Laghi hanno lasciato durevole traccia di sé a Roma e in tutta Europa, dall'Ungheria alla Baviera, dall'Austria alla Provenza, fino a San Pietrogrado.
Mi è sembrato naturale sottolineare questo ruolo con una mostra nel nostro nuovo spazio espositivo, cent'anni fa sede del Circolo Savoia, ritrovo di cultura e di svago del borgo di Cernobbio. Il Duomo gotico-rinascimentale sorto nel XV secolo sulle vestigia di Santa Maria Maggiore, la Chiesa di San Vincenzo che nel tempo ha arricchito di motivi barocchi l'originario impianto romanico, la Casa del Fascio e la Casa Cattaneo, vere icone dell'architettura razionale italiana, mi sono sembrate quattro testimonianze tra le più significative degli architetti di casa nostra, quegli artisti che dalle sponde del Lario si propagarono fino a Bissone e a Maroggia attraverso la Valle Intelvi per poi esportare in terre lontane l'impronta del loro talento.
Giuliano Collina, un amico da sempre legato alla città di Como e autore di numerose interpretazioni del suo territorio, ha voluto ripensare a modo suo la storia della nostra architettura attraverso questi quattro monumenti, con disegni e acquerelli realizzati apposta. Ne ha fatto, da artista qual è, una lettura soggettiva, fortemente connotata dal suo stato d'animo, per cui il titolo ILLAZIONI/ DEVIANZE risulta quanto mai appropriato.
Dirò di più, se l'artista è davvero interattivo con il pubblico, allora sarebbe corretto ILLAZIONI/ DEVIANZE? come lo stesso Giuliano l'aveva appuntato su uno dei suoi schizzi. Perché l'opera d'arte coltiva il dubbio.
Damiano Cattaneo